Le calle… belle

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È sempre piacevole trascorrere un bel pomeriggio con un’amica di vecchia data. Antonella vive ad Orbetello e fa l’anestesista. Con lei ho condiviso l’infanzia, la gioventù ed ora, anche se ci separa qualche km, la nostra amicizia è sempre forte. Siamo tornati nel “nostro bar” e mentre sorseggio la mia limonata mi dice: Mi sposo! Quasi mi affogo e gli occhi si fanno lucidi e tra un colpo di tosse e l’altro con voce fioca le dico brava anche tu ci sei cascata … e l’abbraccio. Poi mi chiede di aiutarla a preparare il matrimonio e mi dice che mi devo occupare della chiesa, sa che mi piacciono i fiori. Resto per un attimo perplessa e volentieri accetto. La chiesa che lei ha scelto è molto piccola e quindi ho pensato che farla preparare con delle calle potesse essere una buona idea.

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La calla viene portata in Europa nel 1700, il nome calla deriva dal greco Kallos che significa bello, e nelle cerimonie nunziali simboleggia la purezza  ed indica l’inizio ad una nuova vita. La mitologia greca narra che la prima calla si sia formata da alcune gocce di latte materno cadute sulla terra dal seno della dea  Era. La divinità  Era rappresentava la dea del matrimonio e della fedeltà coniugale. Questo fiore per la sua eleganza e semplicità riesce ad abbellire qualsiasi luogo, terrazza, giardino e riesce  a vivere bene sia in vaso che in terra.

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Se vengono piantate all’esterno la zona deve essere soleggiata ma riparata dal vento. Si devono annaffiare con regolarità ma bisogna fare attenzione che non si formino dei ristagni idrici. La calla non ha fusto e cresce direttamente da radici, le foglie sono grandi e ondulate quasi come se facessero da protezione al fiore. Oltre alla classica bianca esistono anche ibridi creati dall’uomo di diverso colore. Ho deciso che questo fiore farà parte della mia serra perché assume diversi significati è bellissimo, duraturo e soprattutto ad Antonella è piaciuta l’idea, posso concludere scrivendo  che è un fiore che mette d’accordo tutti.

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